Cintura fatta a mano, da me (Scattata con instagram)
Aprire il terminale
digitare su terminale
defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool true
riavviare il Finder tenendo premuto ctrl e alt, cliccare sull'icona del Finder e scegliere l'opzione Riapri. Funziona anche tenendo premuto alt e tasto destro del mouse.
per nascondere di nuovo i file e le cartelle nascoste aprire il terminale e digitare
defaults write com.apple.finder AppleShowAllFiles -bool false
riavviare di nuovo il Finder
Un post che racchiude seicento e informatica, Della Osservanza militare letto su kindle
Per non scrivere le sezioni ricorrenti in ogni template (come l’header), si può scrivere una sola volta e richiamarle con la funzione embed di EE.
Creare un nuovo gruppo includes e un nuovo template document_header, dentro incollarci tutto fino a </head>. In tutti i template che lo usano basterà mettere:
{embed=”includes/document_header”}
al posto dell'header.
Si può fare anche per il sidebar, il footer, e tutte le sezioni ricorrenti del nostro sito.
Da più di un anno, ormai, se monitorate il vostro sito web con Google Analytics avrete notato un fastidiosissimo “(not provided)” tra le parole chiave nelle sorgenti di traffico. Ancor più fastidioso se la percentuale è molto alta ed è la prima parola chiave per numero di visite.
Ma cosa significa “(not provided)”?
Significa che Google non vuole fornirci le parole chiave che gli utenti del nostro sito hanno digitato per finire sul nostro sito.
Perché?
Perché tutti quei “(not provided)” sono in realtà gli utenti loggati in Google (Google+, Gmail, o qualunque altro servizio Google) che, effettuando una ricerca, sono finiti sul nostro sito. In pratica, se l’utente si logga, per esempio, su Gmail e nella stessa sessione effettuando una ricerca finisce nel nostro sito, non possiamo sapere cosa ha digitato per atterrarci.
Possiamo scoprire le parole chiave di “(not provided)”?
Sì e no. Nel senso che con il metodo seguente non riusciremmo a sapere le parole chiave ma le pagine di destinazione. Vediamo insieme come fare nel pannello di Google Analytics:
• andate su Amministrazione – Filtri;
• cliccate su “Nuovo Filtro”;
• inserite i seguenti parametri:
Termine della campagna: (.not provided.)
URI della richiesta: (.*)
Termine della campagna: np - $B1
• cliccate su Salva.
D’ora in poi tutti i visitatori loggati in Google non verranno buttati nel calderone del “(not provided)” ma divisi per pagine di destinazione. Certo, non è il massimo, ma sempre meglio che non sapere niente.
Se state creando un templare personalizzato per Wordpress 3, questi sono i comandi per abilitare il menu.
Inserire questo in function.php (consente la creazione di menu personalizzati dal pannello di admin):
add_theme_support( 'menus' );
e questo in header.php (o dove volete che sia visualizzato il menu):
<?php wp_nav_menu( array( 'sort_column' => 'menu_order', 'container_class' => 'menu-header' ) ); ?>
Questo è il menu di default. Se volete invece inserire un menu personalizzato inserite questo:
<?php wp_nav_menu( array('menu' => 'my_menu') ); ?>
dove my_menu è il nome che avete dato al menu personalizzato dal pannello di admin.