by NASA/JPL (Jet Propulsion Laboratory)
NASA’s Dawn spacecraft obtained this image with its framing camera of asteroid Vesta on August 11, 2011. The image has a resolution of about 260 meters per pixel. [1024 x 1024]
Anelli di Saturno, il grande Titano e Encelado coi suoi geyser di ghiaccio. Un altro grande regalo della Cassini, che sta per concludere la sua missione.
ON THIS DAY: Titan, moon of Saturn, observed on November 30, 2014 by the Cassini space probe.
(NASA)
Oggi 4 ottobre 2017, l'esplorazione spaziale celebra i suoi 60esimo anniversario con il lancio dello Sputnik1, il primo satellite artificiale. L'Unione Sovietica, nel 1957, non lanciò semplicemente un razzo ma una vera e propria sfida mondiale alla rivale U.S.A., dando inizio alla "Space Race", ovvero la corsa allo spazio. Quando ci viene raccontato dei primi lanci, non vengono mai citati i nove secoli di preparazione a questi eventi (sembra quasi che i Russi si siano svegliati un giorno e abbiano provato a lanciare qualcosa con successo!). Per capire quanto fosse enorme la necessità di andare oltre ogni confine, dobbiamo fare un salto indietro di qualche centinaio di anni! Possiamo ad esempio partire dall'XI secolo in Cina, dove una combinazione di zolfo, carbone e nitrato di potassio formano la polvere da sparo, il primo vero combustibile per i primi razzi bellici. Circa 500 anni dopo, in India, vengono migliorati i materiali di costruzione dei razzi, che saranno rivestiti di ferro, per una migliore stabilità. Nel marzo del 1926, Robert Goddard, considerato il pioniere della missilistica moderni, lancia il primo razzo alimentato con combustibile liquido, e tre anni dopo, nel luglio del 1929, lanciò un razzo attrezzato con i primi strumenti "scientifici", un barometro e una camera. Negli anni '40, verso la fine della seconda guerra mondiale, furono testati dalla Germania i primi missili balistici V-2, mentre l'America superò la barriera del suono con il Bell X-1. Queste sono solo due delle diverse sperimentazioni di successo di quegli anni, che portarono alla "corsa allo spazio" che raggiunse il suo apice con il successo dell'Apollo 11, che portò l'uomo sulla luna. Sessant'anni di trionfi, tragedie, investimenti e scoperte grazie ai quali, nel prossimo decennio, potremmo spingerci fisicamente su un altro pianeta!
Got to control the cameras (minus robotics) at NASA Johnson Space Center Mission Control for today’s SpaceX Dragon capture and was 536% fangirling the entire time. 😍🌟🌎🚀🎉
Solar System
via reddit
La sonda Cassini, lanciata il 15 ottobre 1997, è entrata in orbita attorno a Saturno il primo luglio del 2004. Prima di Cassini, Saturno veniva osservato quasi esclusivamente da Terra con l'eccezione delle immagini e dei dati raccolti dalle sonde Pioneer 11 e Voyager 1 e Voyager 2, che hanno effettuato dei flyby del pianeta, rispettivamente nel 1979, nel 1980 e nel 1981.
Cassini ha cambiato completamente la nostra visione di Saturno! Nei 12 anni trascorsi a orbitare attorno al pianeta, a fotografare e studiare i suoi anelli e le sue lune, la sonda ha percorso circa 2.2 miliardi di miglia dal suo arrivo nel 2004 e ha raccolto circa 600 GB di dati, scoperto 10 lune, inviato circa 380.000 immagini.
Oggi 30 novembre 2016 la missione Cassini della NASA inizierà una serie di orbite che la porteranno a spingersi oltre il bordo esterno degli anelli principali di Saturno (oltre le orbite dell'anello F), a 7.800 chilometri di distanza.
Gli ingegneri NASA stanno effettuando correzioni di rotta volte a modificare l'orbita di Cassini in modo da aumentare la sua inclinazione rispetto all'equatore e agli anelli di Saturno e di beneficiare di una "spinta" gravitazionale di Titano per inserirsi nella prima delle fasi conclusive della sua missione. Grazie a questo passaggio Cassini orbiterà attorno al polo Nord e al polo Sud del pianeta fino al 22 aprile 2017, tuffandosi ogni sette giorni nel bordo esterno degli anelli principali, per un totale di 20 volte, sfiorandoli per raccogliere campioni di molecole e gas
Durante queste orbite, Cassini passerà a circa 90.000 chilometri sopra alle nubi di Saturno: sarà una fase emozionante, ma sarà solo un preludio a quello che ci attenderà a partire dal mese di aprile, quando la sonda inizierà il Gran Finale, che terminerà il 15 settembre con il tuffo nell'atmosfera di Saturno.
Il motivo che ha portato gli scienziati a decidere per questa soluzione è che la sonda sta per esaurire il carburante e c'è l'esigenza di tutelare le lune di Saturno potenzialmente abitabili. A questo punto la soluzione scientificamente migliore è quella di progettare il fine missione in modo da condurre un'indagine straordinaria e non creare problemi al sistema di Saturno.